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      No; una accusa di tal genere classificherebbe subito chi la lancia per un'anima poco elevata. Il piacere è anche morale, diss'io; e del resto, anche gustando i fisici, sempre però con riservatezza, è un bene.
      Un uomo che sente dignità di se stesso non abusa dei piaceri sensuali, perchè ha anche la cognizione di sapere che, oltrepassato un dato limite, diventano dannosi. È forse male gustare l'odore grato d'una mammola, il delicato sapore d'un frutto maturo? È forse male amare onestamente una vaga fanciulla dalla treccia nera e lucente? L'Ente supremo ci ha largiti questi beni affine di sollevare lo spirito nostro dalle fatiche del lavoro; non sarebbe forse follia il rifiutarlo?
      Uno dei più dolci incanti della vita è la unione dei piaceri dei sensi al godimento dello spirito, perchè ci sollevano come in un mondo incantato, tutto nuovo per noi. Guai però a chi si lascia trasportare dal piacere. Esso non deve mai essere un bisogno, una abitudine, un vizio! Se lo fosse ci abbasserebbe al livello del bruto, perchè soffocherebbe in noi qualunque altro lodevole sentimento. Quanti uomini che, dominati da un piacere sensuale, presentano nella loro fisionomia analogia coll'animale, cui li assimila la loro inclinazione!....
      I piaceri sensuali avviliscono ed annientano l'uomo! Quanti uomini d'ingegno non si sono per questo completamente abbrutiti. Basterà citare il romano Antonio. Non avrebbe egli vinto Ottavio se un amore cieco non lo avesse gettato fra le seducenti braccia della regina Cleopatra!


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Igiene dei piaceri secondo le età i temperamenti e le stagioni
di Auguste Debay
G. Gnocchi Editore Milano
1886 pagine 97

   





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