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      Infine dopo una settimana di costanza e di scioccherie infinite, il marito, esposto il suo progetto, rimase tutto sconcertato perchè la moglie invece di accondiscendere subito, come aveva sperato, disse che abbisognava anche il consenso di suo padre. Horimonte, preso dall'ira per vedere il suo progetto sfumato, con una voce aspra e brutale soggiunse:
      Ah! sono queste le proteste d'amore? Indegna, le vostre parole furono sempre una vile menzogna. Se il mio onore e la mia vita fossero in pericolo, voi non fareste il minimo sacrificio per salvarlo.
      Una lagrima spuntò sulle ciglia di Eugenia; voleva parlare, ma il pianto le faceva nodo alla gola.
      Il vile, vedendola intenerirsi, non pose tempo in mezzo, e disse estraendosi da tasca una rivoltella:
      Signora, scegliete: o firmate o mi uccido ai vostri piedi.
      La misera moglie, impietosita, fattasi forte, prese la penna, e già stava per mettere il suo nome, quando, vedendo la faccia inferocita del marito, fu presa da un tremito convulso, e la penna le cascò di mano.
      Il marito, male interpretando tale atto, fu acciecato dallo sdegno, e gridò: "Ah! voi volete il mio disonore!.... Ebbene non avrete questa soddisfazione. Voi non mi vedrete più." E si slanciò verso l'uscio. Eugenia l'afferrò, e voleva trattenerlo, ma egli con una spinta brutale la fece rotolare sul pavimento e fuggì. Disgraziatamente, battendo del capo contro uno spigolo, si fece una larga ferita; alla vista del sangue mandò un debole grido e svenne.
      Quando ritornò in sè era debolissima.


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Igiene dei piaceri secondo le età i temperamenti e le stagioni
di Auguste Debay
G. Gnocchi Editore Milano
1886 pagine 97

   





Eugenia