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      Infatti egli si sentiva tanto bene che dopo due mesi pensò a prender moglie. Il medico non glielo permise, dicendogli però che poteva ammogliarsi senza pericolo di trasmettere la malattia ai figli dopo due anni. Alfonso ebbe tanta costanza di aspettare a sposarsi passati i ventiquattro mesi ed ebbe anche la consolazione di avere un figlio. Esso crebbe robusto sino al ventesimosesto mese, nel quale fu colpito da un'oftalmia purulenta. Questa guarita, il male si trasportò all'orecchio e alla bocca. Insomma aveva ereditato il male paterno. La povera creaturina rimase mingherlina per tutta la sua infanzia.
      Sorte migliore non ebbe il secondo figlio, epperò la sua costituzione rimase egualmente molto gracile.
      Alfonso, desolato, decise di non aver più figli, per non avere il dolore di vederli sopportare le conseguenze de' suoi trascorsi.
      Povero giovane! Egli condusse poi una vita trista, pensando che i suoi due figliolini un giorno gli rinfaccierebbero le amarezze della loro esistenza! Ancora qualche anno vegetò piuttosto che visse, e morì di dolore e di crepacuore!
      Lettori, che questo fatto vi sia d'esempio. Pensate a tutte le conseguenze prima di gettarvi fra le braccia d'una cortigiana.
     
     
      PARTE SECONDA.
     
      Credo utile di riassumere in questo capitolo alcuni precetti risguardanti i piaceri dell'amore.
      L'unico consiglio per conservare a lungo la propria salute è di gustare con moderazione i piaceri venerei. Gli eccessi prostrano il nostro fisico ed estenuano le nostre forze. L'unico mezzo per rendere il piacere più vivo è di gustarlo raramente.


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Igiene dei piaceri secondo le età i temperamenti e le stagioni
di Auguste Debay
G. Gnocchi Editore Milano
1886 pagine 97