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      Inoltre è male abbandonarsi alle voluttà d'amore dopo il pasto, perchè tale voluttà, turbando la digestione, può essere causa di soffocazioni, di svenimenti e fors'anche di apoplessia.
      Dopo una lunga corsa od esercizi che richiedono spreco di forze fisiche.
      Quando si ha qualche organo ammalato, si prova un malessere generale, perchè il coito non farebbe altro che accrescere il male.
      Si debbono scansare o reprimere i desideri immoderati, o i trasporti troppo focosi, perchè logorando rapidamente la macchina umana ci possono essere funesti. Coloro che hanno stomaco debole, e che sono disposti alle affezioni polmonari sono generalmente inclinati a siffatti piaceri, dovranno dunque fare ogni sforzo per frenarsi, perchè le voluttà sensuali precipitano i battiti del cuore, producono delle congestioni ai polmoni, che sono sempre funeste per chi tende alla tisi.
      Quando l'appetito venereo fu soddisfatto, oppure quando è assopito naturalmente, è sempre dannoso alla salute il ridestarlo con mezzi morali o fisici, perchè bisogna concedere agli organi genitali il loro istante di riposo. E così dicasi di tutti i mezzi usati dagli impotenti.
      È male gustare in piedi i piaceri dell'amore, perchè lo spasimo venereo, cagionando una forte tensione dei muscoli degli arti inferiori che già portano il peso del corpo, li affatica oltre misura. Le conseguenze non si manifestano istantaneamente, e fin che si è giovani e robusti non ci si bada, ma ben se ne accorge quando, vecchi, le gambe, ricusando il loro ufficio, domandano l'aiuto del bastone, e si affaticano per un nonnulla, di maniera che la stanchezza vi accompagna perfino a letto.


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Igiene dei piaceri secondo le età i temperamenti e le stagioni
di Auguste Debay
G. Gnocchi Editore Milano
1886 pagine 97