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      Maria lo guardò e disse beffarda:
      - Ecco cosa si guadagna a guardar la luna: bisogna poi mettersi a sudare. Va, va, bevi del latte caldo, metti una berretta bianca e suda.
      - Sicuro - egli disse, alzandosi, con un sorrisetto di sfida. - Vado, bevo il latte, metto una berretta bianca e sudo. Sarò bruttissimo, ma ciò non mi impedirà di sognare le più belle cose del mondo.
      - Te ne vai? - ella chiese, fingendo di non aver capito.
      - Me ne vado.
      Ma rimase un bel po' in piedi, davanti al tavolo, sfogliando nervosamente un libro. Maria lo fissava con uno sguardo quasi nemico. Come egli era magro e brutto! Sul suo viso pallidissimo, sotto la fronte sporgente troppo alta di pensatore, solo gli occhi vivissimi brillavano.
      Chiacchierarono un altro po'.
      - Ieri è arrivato il nuovo professore di storia. Lo conosci tu?
      - No, io non lo conosco.
      - Non è amico di tuo fratello?
      - Non lo so. Credo si sieno conosciuti da studenti.
      - È scapolo, non è vero?
      - Non so. L'ho visto appena. È un bel giovine.
      - Biondo?
      - Non so, mi pare di no.
      - E come hai visto che è bello, se non hai badato al suo colore?
      - Ma, non saprei: ho veduto solo che ha begli occhi. Rassomiglia un po' a te, Maria.
      - A me? Allora è certamente bello! - ella disse ridendo.
      Antonio starnutò altre tre volte, curvandosi per nascondere il viso nel fazzoletto.
      - Ora me ne vado davvero - disse poi rialzando il colletto del soprabito. - E bevo il latte, metto il berretto e sudo...
      - E sogni.
      - E sogno. Buona notte. Addio.
      - Vuoi uno scialle? - chiese la signora.


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Amori moderni
di Grazia Deledda
pagine 48

   





Maria