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      Il vecchio pastore si lamentava di Pietro.
      «Egli mi ha scritto chiedendomi denaro, - diceva, - ma tu sai ch'io non ne ho, e oramai sarebbe tempo che mi aiutaste voi, poiché io mi sono quasi ridotto alla miseria per allevarvi decorosamente e farvi studiare».
      Inoltre il pastore si mostrava addolorato e spaventato perché una «buona persona» l'aveva informato che Pietro correva «dietro una donna di teatro», la quale stregava il giovane e avrebbe finito col farsi sposare da lui. Era orribile! Per il vecchio pastore una «donna di teatro» era una donna perduta; se Pietro la sposava, il pastore sarebbe morto di dolore e di vergogna.
      Antonio lesse e rilesse la lettera, sempre più rabbuiandosi in viso.
      - Debbo far vedere la lettera a Pietro? - si domandò. - Egli venera nostro padre, eppure lo addolora e lo va a seccare con le sue richieste di denaro. Denaro per comprare fiori, dolci e uccelli da regalare a quella «donna di teatro»! Il lavoro di nostro padre! - pensò poi, animandosi di collera. - Ah, perché Pietro è così incosciente? Lo coprirò di villanie... Ma no, piuttosto...
      Si spogliò, si coricò e prese un libro dal tavolino da notte; ma tosto starnutò e chiuse gli occhi, pensando a Maria e ricordandosi che doveva mettersi a sudare. Sentiva la testa pesante, la gola irritata.
      - Piuttosto... - ripeté, ritornando al pensiero di prima.
     
      Rimise il volume, spense la candela e stette lunga ora immobile, con gli occhi fissi sui vetri irradiati dallo splendore lunare.
      Provava una specie d'incantesimo, e sognava ad occhi aperti.


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Amori moderni
di Grazia Deledda
pagine 48

   





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