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      Intanto Colomba cominciava a commettere per lui qualche piccola pazzia. In paese ella andava in casa Azar ora con una scusa, ora con un'altra. Avvertiva Antonio quando doveva recarsi all'ovile, gli faceva qualche regaluccio; fra le altre cose gli donò un fazzolettino ricamato da lei; e il ricamo abbastanza primitivo, ma assai espressivo, rappresentava una colomba col petto trapassato da una freccia.
      Egli accettava sorridendo i doni della fanciulla, ma li poneva da parte con discreta noncuranza, e in certi momenti guardava Colomba con occhio diffidente.
      - Che questa creatura primitiva sia come tutte le altre? - pensava. - Che anch'ella sia una civetta, e che osi sperare in me un marito? Io sono brutto, ed ella non può guardarmi e stimarmi per la mia intelligenza, come l'altra. Colomba può bene innamorarsi di Efes Mulas che è bello, ma forse ella si guarda bene dal pensare a lui perché sa che egli non la sposerebbe mai. Che mi creda un allocco? Perché parlo poco, perché ho un esteriore così umile, ella spera di tirarmi nella sua rete? È furba la paesanina, e tutte le donne sono eguali; ma vediamo dunque come andrà a finire. Voglio studiarla, questa figlia delle macchie, voglio vedere se ha qualche affinità con quell'altra.
      Così anch'egli cominciò ad andare in cerca di lei; ma quando le stava vicino provava uno strano sentimento di dolcezza, e invece di studiar Colomba si lasciava cogliere dal fascino che indiscutibilmente la fanciulla esercitava su tutti gli uomini che l'avvicinavano.


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Amori moderni
di Grazia Deledda
pagine 48

   





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