Pagina (40/48)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - La farò sedere vicino a me, chiacchiereremo. Ella sa dire tante cose graziose, è bella, mi vuol bene. La farò sedere vicino a me.
      In verità, il suo pensiero non andava oltre; nessuna idea di conquista gli attraversò la mente.
      Colomba venne vicino al muro. Sempre timoroso che ella fuggisse, Antonio si rizzò cautamente, dicendole con voce dolce:
      - Buona sera, Colomba: vai a prendere il fresco?
      - Ella è lì signor Azar? Che cosa fa? - ella disse con voce sicura e forte.
      - Ti aspettavo - rispose egli rinfrancato.
      - Ma io non sono venuta per lei.
      - Lo so, ma giacché ci sei, aspetta: chiacchiereremo un po'. Cosa fa tuo padre?
      - Che importa a lei? Ha paura?
      - No, perché non voglio farti del male. Perché dovrei aver paura?
      - Buona notte - ella disse, accennando ad andarsene.
      Ma Antonio saltò agilmente il muro, la rincorse, la prese per la mano, e la costrinse a sedere su una roccia.
      Ella era pallidissima, e teneva il capo avvolto in una benda. Antonio la guardava e gli pareva di aver veduto una statua somigliantissima a lei: dove? Quando? Non ricordava bene.
      - Perché tremi, Colomba? - le disse, cominciando anch'egli a commuoversi. - Hai paura? Io ti voglio tanto bene.
      Ma subito pensò:
      - Perché le dico questo? A che scopo? Perché turbarla, o meglio perché lusingarla?
      Ma Colomba sembrava più turbata che lusingata, e la sua mano tremava entro quella di Antonio. E poco a poco il suo turbamento parve, per mezzo di quel tremito, comunicarsi al giovane.
      - Io ti rassomiglio ad una statua - cominciò egli a dirle.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Amori moderni
di Grazia Deledda
pagine 48

   





Antonio Colomba Azar Antonio Colomba Colomba Antonio