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      Ma di mano in mano che il fusto si eleva, le spine che emette sono minori, più semplici e men dure, infine a che nella corona dell’albero, posta al sicuro dagli attacchi degli erbivori attesa la sua elevazione, diventano nulle o affatto insignificanti. Quanto agli stimoli, giovi rammentare l’ortica dell’isola di Timor la cui puntura è tanto crudele da poter compromettere la vita di un uomo, giusta quanto riferiscono alcuni. E si noti la curiosa coincidenza, la quale potrebbe benissimo essere una mera casualità, ma che potrebbe anco avere un significato funzionale biologico. Le ortiche vanno annoverate tra le non numerose piante come sarebbero la borrana, la parietaria, la vulvaria ecc., le quali sogliono accompagnare l’uomo nelle sue abitazioni, per cause non ancora ben cognite ma che probabilmente dipendono dal bisogno che questi vegetali hanno di vivere nelle macerie e nei ruderi, per ivi più agevolmente rifornirsi dei principii nitrosi ed ammoniacali di cui riboccano i loro sughi. Ora gli stimoli delle ortiche ben poco varrebbero a difenderle dagli animali, il cui spesso derma, compreso il labiale e linguale, poco o punto ne risentirebbe danno, mentre invece riescono assai offensivi alla nuda pelle dell’uomo.
      Una terza importantissima utilità che agli animali ridonda dalla facoltà locomotrice si è quella che a determinati intervalli favorisce il richiamo e la coabitazione degl’individui dei due sessi.
      Ora come si diporteranno le piante per conseguire lo scopo medesimo, sfornite come sono di organi semoventi?


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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