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      Infatti quale organo non vedemmo metamorfosarsi e prendere attiva parte alla disseminazione? Notammo così l’arillo, il funicolo, la placenta, l’asse incluso, l’asse escluso, l’endocarpio. il mesocarpio, le produzioni epicarpiche, epidermiche ed epispermiche, il peduncolo, la brattea e perfino i rami stessi delle infiorescenze. E quale artificio vedemmo inadoperato? Notammo le ale, le piume, il paracadute, il cervo volante, la trivella, gli ami, gli uncini, il visco, la siringa, gli elaterii ecc.
      Quindi appare a mio credere fulgidamente attestato e dimostrato il gran fatto cosmico del dualismo antagonistico tra lo spirito e la materia, tra il principio agente e il principio paziente. Quindi mi par manifesto che il pensiero e l’idea, che regge i destini dell’uomo e dell’umanità, predomina egualmente e governa non meno gli altri esseri viventi. Quindi è che la morfologia deve essere suddita della biologia. E senza il soccorso della biologia, che cosa è la morfologia se non che una ingrata, arida ed infeconda contemplazione di forme e metamorfosi, delle quali sfugge il concetto, la significazione, lo spirito? Che cosa è la morfologia pura e semplice se non che la misura della nostra ignoranza? Ma opportunamente adjuvata dalla biologia, si completa e risorge, ed ambedue sorreggendosi, formano insieme un complesso scientifico, di alto interesse filosofico. Così la mente umana può elevarsi sino alla intuizione dei pensieri e concetti ideati e realizzati dal Supremo Motore nella creazione oppure nella evoluzione dell’universo.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





Supremo Motore