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      Il secondo e non men grave errore contenuto nel passo dello Schleiden consiste nel falso supposto che i fenomeni vitali consistano solo nella produzione delle sostanze organiche. Infatti, ammesso e non concesso che Berthelot abbia prodotto sostanze organiche con processi comparabili a quelli seguiti dalla Natura, è tutt’altro che colmato l’abisso esistente tra i due regni, organico ed inorganico: ma resterebbe sempre a dimostrare come i fenomeni non della composizione chimica ma della vita propriamente detta per esempio quelli della moltiplicazione cellulare siano logicamente riducibili alle forze fisicochimiche.
      Ermanno Schacht nel suo pregevole Grundriss der Anatomie und Physiologie der Gewächse, Berlino, 1859, dopo avere esposto con rapido schizzo la complicatissima storia e le vicende della cellula vegetale, conchiude dicendo non essere la vita delle piante che una serie di processi fisico-chimici. Leggendo non potei astenermi dal fare un punto di esclamazione, giacché mi sarei atteso una conclusione diametralmente opposta.
      F. Unger nella sua bellissima opera Anatomie und Physiologie der Pflanzen, Pest, Vienna, Lipsia, 1855, a pag. 249 così si esprime:
      «La pianta è in continua correlazione coll’universa natura. Non possiede atomo alcuno che essa ricevuto non abbia dal di fuori. Quindi le forze da cui è animata non possono essere forze speciali bensì forze connaturate agli atomi che si ha incorporato».
      In queste parole abbiamo una lucidissima professione di fede materialistica; ma si voltino non più che due pagine e veggasi come l’autore bellamente contraddica a se medesimo colle seguenti linee.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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