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      O questo centro vitale si suddivide in centri subordinati, gli organi. Ed ecco spiegato come un organo reciso dal tronco materno, posto in analoghe condizioni di vita, può svilupparsi assai bene.
      Ma l’organo, il centro subalterno non produrrà giammai la madre ossia il centro principale (ove risiede il principio vitale). Quindi il tronco cefalico di una larva di rana varrà a ricostituire l’animale perfetto. Ma il tronco caudale no.
      E così la esperienza fatta e citata dal Vulpian parla contro il principio da lui proclamato.
      Vi può avere ciò solo di vero: il principio di una specifica autonomia degli organi. Ma ciò non infirma la teoria della forza vitale.
     
      Potrei prolungarmi qui maggiormente, adducendo gli argomenti e le sentenze contro il vitalismo enunziate da non pochi altri autori moderni. Penso però che le già fatte citazioni siano sufficienti così per provare la manchevolezza dei raziocini elevati contro il vitalismo, come per mettere in debita luce le modeste ragioni che perorano la causa del vitalismo medesimo.
      Le quali ragioni ben si comprende che non sono assolute, conciossiacché la mente limitata dell’uomo allorquando, per un nativo invincibile istinto, tenta rischiarare l’abisso entro cui si nascondono le origini delle cose, non tarda a sentire la propria insufficienza ed incapacità.
      Penetrati noi del sentimento di questa nostra manchevolezza, eleviamo una voce di protesta contro il dogmatismo dei seguaci della moderna scuola materialistica, e, non sopra dogmi ma sopra ragioni di maggior probabilità, ci dichiariamo partigiani della teoria del vitalismo.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





Vulpian