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      6° una o più cavità nettarifere (per contenere e conservare quel prezioso liquore acconciamente preservato dalla polvere, dalla pioggia e dagl’insetti non predestinati);
      7° presentano infine frequentemente appendici e conformazioni, in apparenza bizzarrissime (per guidare e dirigere l’azione degl’insetti in modo da corrispondere perfettamente allo scopo).
      Come si vede la dottrina della dicogamia riposa tutta su scopi e fini conseguiti mercé apparecchi ingegnosamente imaginati e predisposti dalla Natura, e tanto bastò perché fosse generalmente ripudiata e per poco derisa, e perché il suo autore fosse tacciato come osservatore fantastico e immeritevole di fiducia. E per tacere di altri mi giovi riportare la sentenza profferita in proposito dal celeberrimo A. P. De Candolle, il quale non ostante in molti suoi scritti rende omaggio alla teoria del vitalismo.
      «J’ai peu de doute (dice egli a pag. 558 della sua Physiologie végétale, Parigi, 1832) que les choses ne se passent fréquemment de la manière dont Conrad Sprengel les décrit: mais j’ai quelque peine à admettre que ce soit là la vraie fonction du nectaire. Jusqu’ici (si noti bene questa importantissima sebbene erronea riflessione) dans le êtres organisés, les fonctions sont en rapport avec leur propre nature et non avec celle d’étres qui leur sont étrangères. Je regarde donc ces fécondations causées par les insectes comme des incidens curieux, mais non comme constituants une fonction».
      Se un’autorità di tanto peso qual si è quella di una A. P. De Condolle, che pure è disposto a dare ragione alle cause finali fin dove almeno esistono funzioni di relazione tra individui di una stessa specie, ha condannato la dottrina sprengeliana della dicogamia, non deve far meraviglia come l’opera di C. C. Sprengel sia stata perduta per la scienza fino a questi ultimi tempi.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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