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      Ma con che vantaggio della scienza?
      La secrezione del miele nei fiori non esiste per altro che per attirare gl’insetti, e per renderli pronubi inconsapevoli degli amori alternanti delle piante. Questa verità non è più oltre da mettere in dubbio dopo la interessante pubblicazione di Carlo Darwin sulla fecondazione delle orchidee (On the various contrivances by which british and foreign orchids are fertilised by insects, Londra, 1862), e dopo le molteplici osservazioni da me instituite nel 1865 e nel 1866 sugli strani e stupendi apparecchi della fecondazione nelle Asclepiadee e nelle Apocinee, osservazioni le quali provano fino all’evidenza l’assoluta necessità dell’intervento degl’insetti perché nelle piante suddette la fecondazione abbia luogo. (Vedi Sugli apparecchi della fecondazione nelle Antocarpee, Firenze, 1867).
      Ora io mi rivolgo volentieri a quelli che professano di avversare le dottrine teleologiche per chieder loro: quale dei due ha colpito nel segno, C. C. Sprengel che a forza di speculazioni d’indole teleologica è giunto a interpretare e comprendere nella sua pienezza il pensiero della Natura incarnato nei fiori fanerogamici forniti di corolla appariscente e di miele, oppure, per citare un esempio, Roberto Caspary (De nectariis, Elverfeldae, 1848), il quale abbandonando la via già resa patente da Sprengel, ma ossequiando alle teorie moderne secondo cui la vita altro non è che un risultato di forze fisico-chimiche, cadde nella infondatissima opinione non ad altro scopo servire i nettarii nelle piante, salvoché ad eliminare per secesso una sostanza idrocarbonata, avanzata alla formazione del polline e degli ovoli?


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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