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      È importante di fermare l’attenzione sopra questo fenomeno, giacché per esso si constata come cosa di fatto che talvolta la intelligenza incarnata negli istinti delle piante, antivede, supera e giunge perfino a sconvolgere gl’istinti degli animali.
      Talvolta succede il rovescio, e, mentre la Natura con ingegnoso apparecchio dispose che i fiori aventi il miele riposto in fondo di un lungo tubo corollino, oppure di un lungo sprone, abbiano ad essere esclusivamente fecondati per opera della tromba dei lepidotteri, noi vediamo frequentemente (per esempio nei fiori di Cerbera e di moltissimi altri generi) taluni imenotteri. per es. i Bombi e le Xylocopae, rendere colla loro malizia estraneo l’apparecchio suddetto; infatti non tosto si avveggono di non poter entrare per l’apertura della fauce corollina e di non poter far pervenire la loro proboscide fino al miele, si appigliano al partito di forare colla proboscide medesima il tubo corollino oppure il tubo dello sprone in prossimità della base; riescono a carpire così l’oggetto della loro ghiottornia, rendendosi rei del crimine di furto con effrazione. Così pure nei fiori del Sympytum officinale io trovai, in tempi e località diverse, compromessa gravemente la fecondazione da non so quale insetto, il quale, sott’esso il circolo dell’antere rosecchiandosi un’apertura nel tubo corollino, si aveva per tal modo procacciato l’accesso alla cavità del miele. Indarno dunque la natura avrebbe per detti fiori predisposte le cinque escrescenze squamiformi triangolari, le quali connivendo a guisa di piramide pentagona chiudono ermeticamente la fauce del tubo corollino, precludendo l’accesso al miele a qualunque corpo estraneo, salvoché non sia la proboscide di predestinati insetti.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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