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      Ora non si vuol negare che qualche volta le specie appartenenti ad un dato genere o ad una data famiglia siano disponibili in serie perfettamente lineare, in guisa che ciascuna di esse per via di due antipode affinità indichi transito dalla precedente alla seguente; ma questo è un caso rarissimo, e la regola generale è che una specie, un genere, una famiglia hanno molteplici e più o meno numerosi punti di contatto con altre svariatissime e più o meno disparate famiglie, specie o generi.
      È perciò che gli autori i quali succedettero a Bonnet, alla succitata pensarono di sostituire altra più o meno felice metafora.
      Così prima d’ogni altro Linneo ragguagliava la posizione vicendevole delle specie tra loro alla posizione dei diversi territori in una mappa geografica. «Plantae omnes utrinque affinitatem monstrant, uti territorium in mappa geographica (Phil. bot.)».
      Antonio Lorenzo Jussieu adottava questa metafora linneana ed una ne aggiungeva di sua invenzione, come si scorge dal seguente squarcio tolto dalla prefazione ai suoi Genera plantarum. «Ordinum dispositio in classes non est arbitraria sed affinitatum legibus subdita, unde cognatiores invicem adproximandi. Singulae autem generis unius species plerumque non duobus tantum, instar annuli in catena, sed pluribus fere aequaliter respondent speciebus conterminis, una quaelibet in suo circulo centralis, quales virgae in fascicolo collectae, quales etiam in mappa geographica diversae territorii partes ac habitationes, non tamen absoluta comparatione, dum affinitates plantarum non stricte mensurantur ut spatia geographica».


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
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