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      2°. La specie, ossia il complesso che abbraccia stipite e prole, è, non meno degl’individui, un essere naturale e reale. Naturae opus est species, diceva Linneo con bella e vera espressione, e premuniamoci bene dall’errore di credere che la specie sia una semplice forma ideale e categorica della mente specolativa dell’uomo, quando invece è una patente realtà.
      Dopo ciò procediamo oltre.
      L’orticultura e l’agricultura hanno messo fuori di dubbio che seminando i semi di una data pianta e successivamente i semi delle piante figlie e delle piante nepoti per una lunga serie di generazioni, si ottengono razze e sottorazze. La stessa cosa, anzi con maggior prontezza ed efficacia sanno conseguire gli educatori degli animali domestici. I termini di razze e sottorazze non bastano; ma se il linguaggio umano male si presta per qualificare un maggior numero di discendenze, l’intelletto umano per altro facilmente intende e deduce dalle esperienze fatte che il numero di queste razze e sottorazze, subordinate l’una all’altra come le pianticelle d’una pianta stolonifera ai rispettivi stipiti, può essere indefinito. Ma poniamo che questo numero, potenzialmente illimitato, stia tutto incluso nei termini di razza e sottorazza. Ciò posto, i due teoremi sovra esposti converrà commutarli in questi altri.
      1°. Gl’individui subordinati ad una data sottorazza sono esseri naturali e reali.
      2°. Le sottorazze subordinate ad una data razza, sono esseri naturali e reali.
      3°. Le razze subordinate ad una data specie sono esseri naturali e reali.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





Linneo