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      Più sotto riferiremo alcuni stupendi esempi di organi rudimentarii, osservati su parecchie famiglie di vegetali, e i quali, come dimostreremo, sono un indubitabile criterio della cognazione che lega le famiglie medesime.
      Ma che cosa invece possono essere gli organi rudimentarii per i partigiani della teoria della fissità delle specie? Nulla più e nulla meno di un controsenso teleologico, nulla più e nulla meno di un’assurdità commessa dalla Natura.
      L’inesplicabilità del quale fenomeno per parte della teoria della immutabilità e la naturalissima esplicazione che ne dà la teoria della variabilità, assicura secondo me definitivamente il trionfo a quest’ultima.
      Credono gl’immutabilisti di opporre con Flourens una potente obiezione alla teoria della variabilità, insistendo sul fenomeno della perfetta fecondità tra le varietà e tra le razze di una stessa specie, e della fecondità imperfetta invece tra gl’individui di due specie congeneri.
      Questo è per verità un fenomeno di cui non è ben chiara ancora la causa, ma per quanto veggo, non presta nemmeno un grande appoggio alla teoria della fissità. Potrei rispondere a Flourens: come può la niente umana acconciarsi a supporre fertili tra loro, anche imperfettamente e per un ristretto numero d’ibride generazioni, due esseri usciti da tipi primordialmente distinti? Pare che non dovrebbero avere nulla di comune, e che anzi questa loro fertilità, per quanto limitata, sia un fenomeno meglio esplicabile coll’ammessione di una consanguineità remota.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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