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      Ma questi ed altri mirabili adattamenti sono il prodotto della forza vitale intelligente, non il prodotto dell’abitudine come vuole il Lamark, ma nemmeno il prodotto di aborti od aderenze organiche come tenta stabilire il De Candolle nella citata opera.
      E qui occorre, per omaggio al vero, riportare una singolare contraddizione in cui è caduto lo stesso autore. Nella opera succitata dopo avere esposta la sua teoria degli aborti, dopo avere tentato di dimostrare come gli stessi siano sempre determinati da cause accidentali, e come pressocché nulli in alcune piante gli effetti degli aborti, riescono in altre di mano in mano sempre più accentuati fino a produrre le anomalie le più strane, conchiude che le piante a fiori irregolari sono riducibili tutte a un tipo primitivo e regolare. «Ainsi j’affirme», sono sue parole a p. 144, «que les personnées ne sont que des altérations du type des solanéos, parce qu’une personnée régularisée par la pensée ne diffère pas d’une solanée».
      Strana potenza del vero! Quanto qui dice De Candolle è giustissimo. Le personate, mediante gli anelli intermedii della digitale e del verbasco sono incontestabilmente una discendenza delle solanée. Lo provano fino alla evidenza mille tratti di famiglia e specialmente la graduata trasformazione che, iniziata nel verbasco, commuta, nella scrofularia e nella linaria, il quinto stame in un organo rudimentario spettabilissimo. Ma se una personata, regularisée par la pensée non differisce dal tipo solanaceo, se gli aborti si fanno graduatamente più e più accentuati, come mai A. P. De Candolle poté dichiararsi tanto fervido campione della fissità delle specie?


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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