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      A quest’ordine di fenomeni appartiene anco l’invenzione delle vesciche natatorie nelle foglie della Drosera, dell’Aldrovanda, di molti fuchi, nelle radiche avventizie della Jussoea repens, nei picciuoli della Trapa natans, Pontederia crassipes, nei pesci poi e in non pochi molluschi ed acalefi marini.
      Fenomeni dipendenti dalla virtù adottatrice biologica sono le invenzioni di quei mirabili adattamenti già notati in più luoghi di questo scritto e concernenti le relazioni di vita esteriore.
      Se si paragonano tra loro le quattro virtù formatrici di cui sopra, si presentano subito rilievi importanti.
      La virtù ereditaria agisce in maniera fatale e necessaria. Intorno a ciò non può cader dubbio. Un figlio non può a meno di ritenere del padre e degli avi. Ma ci riserbiamo di esporre più sotto con tesi lucidissima e di mostrare con valevoli argomenti, che i caratteri i quali sono ricevuti dai discendenti per via di atavismo e padrismo, sono veramente trasmessi in maniera fatale e necessaria, ma che fatale e necessario non fu il loro principiamento e non è il loro termine; locché significa che quando gli antenati hanno assunto detti caratteri per via di neomorfismo erano perfettamente liberi di fare e di non fare l’assunzione, e quando i discendenti se ne spogliano per via di exutivismo sono parimenti liberi di fare e di non fare lo spogliamento. Insomma e nell’inizio e nel fine è rivendicata al principio plasmatore degli organi quella libertà che nel mezzo gli è in parte vincolata.
      La potenza adaptatrice è per me una diretta emanazione del principio intelligente, il quale nella sua prescienza e previdenza conforma gli organismi in modo che rispondano alle circostanze ambienti.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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