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      Detti tre organi rudimentari poi ci danno gli addentellati per poter costrurre l’albero genealogico della tribù delle Monardee (Benth.), ove il tipo più anziano è quello della Salvia officinalis, e il tipo più moderno è rappresentato dalla Salvia verticillata, dal Rosmarinus e dai generi affini.
      Ed è a stupire che Bentham (Labiatarum genera et species, Londra, 1832-1836), sebbene andasse privo dell’importantissimo criterio tassonomico somministrato dalle funzioni biologiche (che noi col presente scritto altamente propugnamo e raccomandiamo all’attenzione dei naturalisti), è a stupire dico come, indotto da pure speculazioni morfologiche, abbia disposto i generi della tribù delle Monardee secondo le loro vere affinità.
      Ma ponendo un termine a questa lunga digressione sul gruppo delle solanacee, scrofularie, e labiate, e ritornando al punto da cui siamo partiti, possiamo tenerci paghi di avere, lungo la digressione medesima, mercè parlantissimi esempi, dimostrato e comprovato esuberantemente il nostro assunto, che i fenomeni dell’exutivismo nelle piante sono riducibili a principio intelligente e libero non meno dei fenomeni del neomorfismo.
      Ma se al neomorfismo è dovuta l’assunzione dei caratteri nuovi, se all’exutivismo è dovuta la perdita di caratteri preesistenti, chi non vede che tanto nelle origini quanto nel fine è il principio della libertà quello che domina esclusivamente e presiede alla organizzazione degli esseri viventi, alla iniziale combinazione e alla finale dissoluzione dei loro elementi?


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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