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      È qui dove si è appalesata la deficienza dei moderni tassonomi, dacché niun passo importante si è fatto in questo senso, se si eccettuano alcuni tentativi più o meno felici di Bartling, Meisner, Endlicher (classes plantarum), di Lindley (nixus plantarum) e di pochi altri che attesero a proporre aggruppamenti di famiglie naturali.
      Una causa principalissima che inciampò ed inciampa lo svolgimento del retto senso tassonomico si è la deficienza del linguaggio umano che male si presta ad esprimere tutti i gradi di ramificazione dell’albero genealogico di tutti gli esseri viventi.
      Individuo, sottorazza, razza, specie, sottogenere, genere, sottotribù, tribù, sottofamiglia, famiglia, sottoclasse, classe, coorte, regno sono per verità vocaboli di convenzione in significato e comprensione ben subordinati l’uno all’altro. Ma sono quattordici in numero, epperò non possono designare più di quattordici gradi di ramificazione o di parentela. Ora è un fatto che le serie delle ramificazioni naturali è complicatissima, e, sebben non se ne possa, allo stato delle attuali cognizioni nostre, fissare il numero medio, egli è però indubitabile che nella maggior parte dei casi sorpassa di gran lunga il numero quattordici. Per esempio io sono persuaso che le famiglie comprensive di un gran numero di individui e di specie, come sarebbero quelle delle composte, delle labiate, delle ombrellifere ecc., superino da per sé sole di già il numero quattordici nei gradi della loro ramificazione discendente; ora che si dovrà dire se ai gradi di parentela discendente, si aggiungano, come di ragione, quelli della parentela ascendente?


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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