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      Chi non ha letto la citata opera di Darwin, è impossibile che dalla lettura di detto articolo, per quanto attenta e ripetuta, sia abilitato a farsi un’idea anche approssimativa del processo di fecondazione ivi esposto. Ed io che in allora mi trovava precisamente in questo caso, ho dovuto, in risposta alla comunicazione fattami, esprimere a detto mio amico il proponimento che io faceva di esaminare accuratamente le prime orchidee che mi verrebbero sott’occhio per procurare di rendermi ragione dei fatti esposti, e nello stesso tempo esternava una mia congettura che un processo di fecondazione analogo dovesse aver luogo nelle piante della famiglia delle asclepiadee. E invero, senza parlare delle meravigliose analogie di ordine morfologico esistenti tra le orchidee e le asclepiadee quanto alla struttura del polline, per cui era lecito arguire corrispondenti analogie nell'ordine fisiologico, mi era rimasto impresso fortemente nella memoria un fatto, tre o quattro anni or sono, osservato nell’orto botanico di Torino, sopra una specie di Asclepias, a fiori assai piccoli disposti in ombrella. Sorpresi cioè una mosca, la quale aveva impigliata la proboscide in certe parti dure disposte ad angolo acutissimo esistenti in detti fiori, e si dibatteva violentemente per veder di liberarsi, ma senza frutto, da quella crudele stretta. Questo fatto sarebbe senza dubbio parso a taluni privo del menomo significato, ma io che sempre nutrii ferma fede nelle cause finali in Natura, presentiva che in esso stava riposto l’enigma della fecondazione delle asclepiadee.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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