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      Se io restai colpito da stupore, anche per l’inaspettata coincidenza di questo fatto con quello avverato sulla Orchis longibracteata, lascio immaginare al lettore.
      Per rendermi ragione del fenomeno osservato, assoggetto uno di questi fiori a nuova indagine degli organi interni, e non tardo a indovinare il meccanismo della singolare estrazione di quelle masse polliniche. Occorreva però d’instituire una controprova.
      Lo spediente che scelgo è assai semplice, e non è difficile metterlo in pratica ovunque, massime in tempo di estate. Colgo una pannocchia disseccata di una graminacea tra le più minute, vuoi di Poa annua o di altra specie di minima statura. La spoglio di tutti i ramicelli e peduncoli, lasciandovi il solo asse primario, che assottiglio e pulisco accuratamente. Mi procuro in tal maniera un fuscello avente la punta attenuata, flessibile, in dimensione e consistenza pressapoco analoga alla tromba di una Xylocopa. Quindi imito per quanto posso l’operazione dell’insetto, immergendo detta punta là dove vedesi una goccia di nèttare: poi la ritraggo, seguendo sempre il verso della Xylocopa, e nel fare questo movimento spesso accade che, mediante un semplice quanto ingegnoso meccanismo, di cui darò nelle seguenti pagine la esatta descrizione, incoccia uno dei cinque retinacoli o attaccagnoli, ciascuno dei quali sostiene due masse polliniche, e attaccandoselo saldissimamente, in modo da non credere, lo smuove dalla sua debole aderenza collo stimma comune, traendo seco quello e le masse polliniche, con riproduzione perfetta del fatto poco innanzi osservato sulla seconda Xylocopa.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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