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      Egli stesso con pari successo ripeté più volte le operazioni medesime, rimanendo altamente meravigliato e convinto che quel singolare apparato dalla Natura predisposto per la fecondazione dello Stephanotis, mediante l’intervento della tromba degli insetti adescati dal néttare, non era una chimerica illusione, ma una potente realtà, degna, sopra ogni altro fenomeno naturale, di attenzione, e feconda di gravissime riflessioni.
      In seguito potei continuare le mie analisi sopra un fiore procuratomi a stento di Stapelia e parecchi fiori di Hoya carnosa. Riconobbi e nell’una e nell’altra specie essere identico il piano morfologico del meccanismo od apparecchio suaccennato; ma la contropprova artifiziale mi fallì completamente, dacché mancavami uno strumento appropriato alla notevole tenuità degli organi genitali delle piante stesse.
      D’allora in poi quel mio amico non cessava di consigliarmi di estendere e pubblicare una relazione intorno a questo interessante fenomeno; io però esitava a cedere alle sue esortazioni, temendo che in queste identiche osservazioni fossi stato già da altri prevenuto.
      Allora feci proposito di leggere tutte quelle memorie versanti sulla fecondazione delle asclepiadee che mi avessi potuto procurare; e non senza sorpresa vidi esserne estremamente ricca la letteratura. Indico qui sotto i soli opuscoli che mi fu dato di avere e li riferisco non già per ordine della data in cui vennero alla luce, bensì per ordine della lettura che ne feci. Parimenti non cito sempre l’opera originale, ma quella che potei procurarmi od originale o tradotta, e questo sia ritenuto a notizia per giustificazione delle citazioni che avrò occasione di fare.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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