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      Più non vedesi, giacché più non occorre, il lusso pollinico che generalmente si riscontra nelle piante ove l’agente pronubo è il vento. Il polline è oleoso e grasso perché meglio aderisca al pelo degli insetti. Havvi spandimento di odori e fetori speciali per allettare gli insetti predestinati ed allontanare i restanti. Havvi secrezione di miele che serve di esca: hannovi ingegnosissime predisposizioni per preservare questo prezioso liquore così dalle ingiurie atmosferiche come dagli insetti non predestinati, e per dirigere l’azione dei medesimi in modo che necessariamente debbano cooperare alla dicogamia. Se in un fiore o in una infiorescenza si riscontrano parti non importa quali, vivamente colorate ed organi secernenti miele, si può star sicuri che quelle due contingenze ivi esistono non per altro fine che quello della dicogamia. Specialmente ciò va detto per quei fiori che nelle loro forme sembrano e vennero infatti chiamati anomali, e che presentano speroni, frangie, cornetti ed appendici di vario genere. Queste pretese anomalie meritano tutt’altro nome, e non sono che esaltazioni vieppiù ingegnose di mezzi dicogamici.
      Le molteplici osservazioni da me fatte nel 1865 e nel 1866 riuscirono ad una costante riaffermazione della legge così bene trovata e delineata dallo Sprengel, come apparirà dal brevissimo rendiconto che segue.
      1. Asclepiadee.
      Nel genere Asclepias le cinque cavità nettarifere, consistenti in una sorta di cartocci cavi, sono sovrapposte alle antere, e non alterne come vedemmo nell’Arauja.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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