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      Ma se da queste due verità di fatto egli volesse dedurne che la gran legge della dico-gamia non abbia vigore per cotali piante, errerebbe di gran lunga.
      Infatti non è da perdere di vista che in tutte le specie di Asclepiadee aventi i fiori disposti in ombrella (Asclepias, Gomphocarpus, Hoya) dei 20 a 50 fiori che compongono l’ombrella, appena uno o due abboniscono il frutto; tutti gli altri si disarticolano prestissimo e cadono. Ciò non è già imputabile a mancanza di azione fecondativa, come alcuni vorrebbero; infatti nelle ombrelle mature difficilmente si troverebbe un fiore che vada privo di uno o più cordoni di tubuli pollinici; ma è imputabile a questo che i peduncoli delle ombrelle non possono per ciascuno alimentare e mantenere più che uno, due, tre o al sommo quattro follicoli. Supposto che una data ombrella abbia 50 fiori, vale a dire cento carpelli o follicoli, io domando, tra questi quali saranno quei due o tre privilegiati, che prevalgono sugli altri? La risposta mi è ovvia: quelli, ove la fecondazione sia seguita con maggiore energia, vale a dire quelli che subirono l’azione di pollinari estratti da fiori appartenenti ad un altro individuo. Verosimilmente dunque anche le Asclepiadee sono sottoposte alla legge della dicogamia. Molti fatti sebbene non decisivi mi portano ad una tal conclusione, e sono persuaso che una serie di prove dirette non farebbe che confermare quanto presuppongo.
      In una specie del genere Centrostemma Decaisne notai che le 5 cavità o speroni nettarogeni sono sovrapposti alle antere e non alternanti con esse.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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