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      Per ammirarlo nella sua più bella esecuzione, bisogna esaminare attentamente la struttura dei fiori delle vinche, ma specialmente della Lochnera rossa. La corolla della Lochnera è ipocrateriforme, a tubo assai lungo ed angusto, avente alla base due squame nettariflue. La fauce è angustissima; le antere sono incluse ed emettono il polline, che, senza cambiar di posto e fondendosi quello di una loggia con quello della loggia vicina, si accumula in 5 glomeruli stanziati negl’interstizi tra un’antera e l’altra. Or come sotto tali condizioni, del tutto contrarie ad ogni immaginabile trasposizione pollinica, può avvenire la fecondazione reciproca, giusta la gran legge dicogamica? Come può nella Lochnera il polline, agglomerato e nicchiato in una cavità, la cui fauce è strettissima, escir fuori da detta cavità, ed entrare nella cavità analoga di un altro fiore? Per un modo veramente stupendo. Poco al di sotto del circolo delle antere, e portato da un lungo e sottilissimo stilo, lo stimma comune si foggia in un corpo che ha precisamente la forma e la trasparenza d’un bicchiere rovesciato. Esternamente e superiormente il fondo di questo bicchiere rovesciato ha una spessa corona od anello di visco. Sopravvenendo un lepidottero, intrude la sua proboscide per l’angusta fauce, e non può spingerla fino al fondo del tubo corollino se non che forzandola a passare tra i 5 interstizi esistenti tra uno stame e l’altro. In questo passaggio la proboscide è adpressa contro l’anello viscoso, e s’impania così da cima a fondo, e, ritirandosi l’insetto, essa viene in contatto con uno dei cinque glomeruli pollinici, ossia con quello che corrisponde all’interstizio per cui la proboscide è penetrata, e porta via una striscia di polline lungo la parte invischiata.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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