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      Ecco pertanto come nella Lochnera, la cui struttura fiorale sarebbesi a primo e superficiale sguardo giudicata la più sfavorevole per la dicogamia, non possono invece altre nozze aver luogo salvoché le incrociate. E ciò spiega la stragrande fertilità che questa pianta suole sfoggiare nei nostri giardini. Altra prova del non mancante appulso d’insetti si ha esaminando nei fiori vecchi l’orliccio vellutino che costituisce l’angusta fauce della corolla, ove si notano colla lente qua e là frammisti ai peli corpuscoli estranei e specialmente granelli pollinici. D’altronde il De Courset (Botaniste cultivateur) nota di questa pianta che havvene due varietà, una, la normale, a fiori rosei, l’altra a fiori bianchi e dice che se si vogliono avere semi non fallaci delle due varietà uopo è coltivarle in masse separate, giacché se si raccogliessero per esempio semi di Vinca rossa fiore albo da piante coltivate promiscuamente colla varietà rosea si avrebbero piante a fiori di color rosso; dal qual fatto logicamente deduce darsi in queste piante promiscuità di polline.
      Infine adoperando un sottil filo fibroso tolto ad una foglia di Agave si può con tutta facilità imitare l’azione degli insetti, ed avere la prova materiale di quanto si è detto. Per proseguire con metodo in questa esperienza, occorre scegliere, per esempio, dodici fiori che colla loro freschezza mostrino di esser sbocciati di fresco, e perciò con grandissima probabilità vergini ed intatti. Sei si sottopongano alla operazione della fecondazione artificiale e gli altri sei non si tocchino.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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