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      Il legume strettamente avviluppato da questa guaina, la cui posizione naturale sarebbe di essere fortemente arcuato in su, è invece forzatamente tenuto in una posizione rettilinea orizzontale da un mirabilissimo adattamento. La carena fa l’uffizio di redini, e mediante una specie di freno o morso formato da due calli interni relativamente duri e fortissimi, tira inferiormente e sottende con una forza incredibile la colonna ginoandroceale e la mantiene in una posizione rettiline e forzata. Questa carena è lateralmente rinforzata nella sua azione dalle due ali, le quali verso il mezzo hanno un processo bicipite o bidentato a guisa di incudine. L’un dente quasi connato con la carena sporge innanzi, si adatta nella piccola cavità formata dall’un dei calli, e viene così a rinforzare il morso o freno. L’altro dente sporge in senso contrario cioè verso l’interno del fiore e si adagia sulla colonna ginandroceale. Ora l’uno e l’altro dente retroflesso dell’una e dell’altra ala approssimano giacendo su detta colonna le loro punte, per tal maniera che un corpo estraneo non può giungere al miele se non passa in mezzo ad essi e li faccia divaricare. Così una piccola apiaria ficcando la testa sotto il vessillo, e producendo la proboscide, tocca necessariamente con questa i due denti introrsi in parola e li fa divaricare. Ora una menoma divaricazione dei medesimi porta una divaricazione dei due calli che costituiscono il freno, i quali perciò perdono la presa della colonna stilostaminale; questa, libera alfine dalla tensione del morso, si curvilinea con grande impeto, scatta come una molla e batte verso la gola dell’insetto, ottenendo due scopi: in primo luogo sparge in questa gola tutta la sua abbondante provvigione di polline; e siccome questa gola per eguale procedimento subìto nei fiori precedentemente visitati, è già tutta piena e cosparsa di polline, lo stimma è confricato fortemente contro essa gola, e prende perciò del polline ivi preesistente, cosicché se non necessariamente, eventualmente almeno la dicogamia appare in queste piante assicurata.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607