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      Havvi quest’altro da notare che la colonna stilostaminale, una volta scattata e arcuatasi, si mantiene d’allora in poi adpressa con gran forza al vessillo, e chiude così ogni ulteriore possibilità agli insetti di adire al nettario. Forse questa è una saggia predisposizione perocché utilizza ed economizza l’azione degli insetti. I quali, volando sopra le infiorescenze della Medicago, ed acquistata la pratica fuggono subito tutti quei fiori ove ravvisano spostata la colonna ginandroceale o stilostaminale suddetta; e solo si adoperano di suggere gli altri, ove la loro azione produrrà subito lo scatto della colonna. Si può esser certi che i fiori di Medicago non possono esser visitati dagli insetti più d’una volta sola, ed ecco come la natura ha ingegnosamente sciolto mediante una operazione ed uno scatto unico, ciò che in altre piante, i cui fiori sono ciascuno visitati più volte dagli insetti, succede almeno in due tempi e con due operazioni, l’una di estrazione l’altra di immissione.
      Si prenda un minutissimo fuscello e si cerchi di imitare in modo plausibile il verso di un insetto che cerchi suggere miele; si vedrà immantinente lo scatto sovra descritto, ed analizzando immediatamente l’organismo delle ali e della carena, si acquisterà subito la perfetta ricognizione del meccanismo e si stupirà sulla incredibile perfezione con cui agisce.
      Contemporaneamente ed indipendentemente il chiarissimo prof. Federico Hildebrand faceva identiche osservazioni sull’apparecchio in parola, e pubblicavale a pag.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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