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      Carattere importantissimo per la dicogamia, è qui la deiezone dello stilo al labbro inferiore. Le api infatti abbracciando questo labbro, applicano e confricano la loro fronte contro le loggie pollinifere; poscia volando e preferibilmente elevandosi, secondo una ingenita tendenza, dai fiori inferiori ai superiori, percuotono la loro fronte impolverata contro gli stimmi. Questa congiuntura unita a quella che i fiori superiori soltanto serbano polline (mentre gli inferiori lo hanno già perduto) fa sì che la dicogamia è assicurata.
      L. Piante anemofile. Già sopra, parlando della generalità della Dicogamia, si accennarono gli speciali adattamenti nelle piante, presso le quali l’uffizio di pronubo è compiuto dal vento. Spessissimo tali piante sono dioiche, e allora la dicogamia è per sé dimostrata indispensabile. Spesso anche sono monoiche, e in tal caso la dicogamia sarebbe eventuale, se non concorresse la circostanza che i fiori anteriferi maturano o prima o dopo dei fiori pistilliferi.
      Ma anco nelle piante anemofile a fiori ermafroditi, io notai bellissimi esempi di dicogamia. Nelle Plantago, negli Alopecurus (osservai l’agrestis e l’utriculatus) e nelle Luzule (osservai la L. maxima dietro indicazione del chiarissimo professore Teodoro Caruel) gli stimmi fioriscono e si sviluppano molti giorni prima delle antere, anzi specialmente per le piantaggini, quando le antere cominciano a uscire dagli involucri fiorali, l’estremità stimmatiche hanno già un principio di disorganizzazione per marcescenza o disseccazione.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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