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      Esso lavora per sé e non per gli altri».
      Ecco la gran tesi che serve di bandiera alla merce avariata di Bonnier; tesi senza fine balorda, e che viene smentita tutte le volte che hanno luogo rapporti simbiotici e di mutuo servizio tra piante ed animali; quei rapporti appunto che valsero a produrre gli zuccheri dei frutti per gli animali disseminatori, nonché gli zuccheri dei nettarii nuziali per attrarre gli animalcoli pronubi, e dei nettarii estranuziali per attrarre le formiche e le vespe a difesa delle piante (e con insigne concordanza gli zuccheri dei nettarii afidiani). La funzione di tutti questi zuccheri è connessa appunto con la espulsione loro dal seno dell’organismo da cui sono stati prodotti.
      Collocatosi il Bonnier sotto il falso punto di vista della tesi bernardiana, considerando l’incredibile sua negligenza, leggierezza e superficialità, si capisce come il medesimo sia incappato in una sequela di errori d’osservazioni, citazioni e conclusioni, a tal punto da scuotere ogni fede sulla bontà e sulla rettitudine delle sue affermazioni.
      E in primo luogo il Bonnier confonde l’idea vera e specifica del nettario con le idee generiche di accumulazione di zuccheri, e di tessuti a zucchero. Così nelle difficoltà trova modo di sgusciar di mano come una anguilla. Se gli si osserva che nelle piante anemofile, fecondate per mezzo del vento, non esistono nettarii, esso risponde che vi esistono benissimo ma come accumulazioni di zucchero; soltanto che esse non versano fuori. E se siffatte accumulazioni nei fiori entomofili versano fuori, è secondo lui dovuto a un fenomeno di ripienezza, a un troppo pieno.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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