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      S’egli è sgombro da ogni idea preconcetta, se non permette che la imaginazione lo trascini al di là dei fatti positivamente costatati, senza dubbio troverà che la teoria moderna dell’adattazione reciproca si appoggia assai più sopra seducenti ipotesi che sopra fatti reali. Non tarderà a riscontrare numerosi esempi che contraddicono su quasi tutti i punti la teoria suddetta».
      «Così le più belle delle nostre labiate indigene dei dintorni di Parigi, la Melittis melissophillum, possiede una corolla assai grande e cospicua di color bianco; delle macchie rosse, spiccanti dal color fondamentale, indicano l’entrata del tubo della corolla; all’interno di questo tubo si trovano dei peli protettori; gli stimmi e gli stami cambiano successivamente di posto, occupando le posizioni che meglio favoriscono la fecondazione incrociata. Ora i nettarii, sviluppatissimi presso tutte le labiate, in questa specie sono abortiti. Non vi si osserva né nettare né insetti visitatori» (pagg. 30-31).
      Più sotto (a pag. 54) conferma che i fiori di Melittis, pur forniti di grande corolla, non hanno miele, e non sono visitati dagl’insetti.
      Quando lessi questo passo del Bonnier rimasi attonito. Possibile che questa labiata a fiori tanto vistosi sia destituita di apparecchio mellifero?
      Il caso volle che in quel giorno in cui lessi tale incredibile asserzione, nell’Orto botanico della Università di Genova, ove allora mi trovava, la Melittis melissophyllum si trovava in piena fioritura. Volli sincerarmi subito della verità. Ne colsi tre o quattro fiori; e, già osservando per trasparenza il grosso tubo delle corolle, constatai senz’altro che una vistosa quantità di nettare occupava il fondo del tubo stesso per circa un terzo.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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