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      Tutti questi esempi di mimismo protettivo sono caratteri di relazione tra insetti ed uccelli. E la conclusione che se ne può fare importa che gli uccelli percepiscono i colori e le forme come noi; locché non ha niente di strano perché gli occhi degli uccelli hanno l’identica struttura dei nostri.
      Ma suppongasi il caso che esistano non men chiari caratteri di mimismo protettivo tra insetti ed insetti; dovrà conchiudersi logicamente che gli insetti vedono e percepiscono i colori propriamente come noi. Questi rapporti mimetici esistono infatti; e (vedi stranezza del caso!) li ho osservati precisamente tra due stirpi privilegiate di insetti florali, cioè tra parecchie specie di sirfidi e parecchie di imenotteri (bombi, vespe, calabroni).
      I sirfidi, insetti affatto disarmati, sono perseguitati accanitamente da parecchi insetti che se ne cibano, per esempio da vespe e calabroni. Quindi molte specie dei ditteri anzidetti hanno assunto una livrea ingannatrice, imitante le api, le vespe ed altri imenotteri armati di potente pungolo. Tale apparenza può fino a un certo punto salvaguardarli.
      Le specie più comuni dei sirfidi sono due, cioè l’Erystalis tenax e l’Erystalis floreus. Il primo somiglia all’ape, il secondo a una vespa. Non si vuol dire che questo caso di mimismo sia di grande perfezione. Ad ogni modo è tale che una persona del volgo resta ingannata, e non si risolve a toccarli (entrano facilmente nelle case e ronzano contro i vetri), per timore di essere punta dagli stessi.
      Ma si dà un mimismo protettivo di maggior perfezione.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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