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      È un caso di mimismo dei più segnalati. Quando tale insetto sta posato ed immobile, un naturalista esperto, considerando quei suoi occhioni proprii dei ditteri e qualche carattere, può accorgersi che si tratta di un dittero e non di un imenottero. Ma quando tale Milesia si libra al volo, e per la maniera di volare e pel ronzìo che fa, e per tutti i caratteri di forma e colorazione è assolutamente impossibile il distinguerla da un calabrone. Ne ho fatto parecchie volte la prova e sempre con egual risultato.
      Ora succede un caso ben curioso. Il pessimo nemico di questo innocente ed inerme insetto è per l’appunto il calabrone. E quando si scorge sopra una fioritura d’Edera, alcuno individuo di questa Milesia, si può star sicuri che dentro qualche minuto due o tre calabroni si presentano per dargli la caccia, lo perseguitano senza tregua, ma questo sirfide sa schivarli con molta destrezza. Ora viene il bello. Siccome la Milesia non è distinguibile da un calabrone, così spessissimo i calabroni, credendo di acciuffare una Milesia, si acciuffano tra di loro; dico spessissimo e replicatamente. Si intende che appena acciuffati si accorgono dell’errore in cui sono incorsi, stanno esitanti alcuni minuti secondi, e poi si staccano, e ciascuno vola pei fatti suoi; vale a dire riprende la caccia alla Milesia, anche col pericolo di sbagliar di bel nuovo e di acciuffare un altro calabrone.
      Questo curioso spettacolo l’ho presenziato più volte e in anni diversi e non solo in Liguria, ma anche in Toscana.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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