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      Tutti avrannno avvertito questa mobilità del capo nel ragno saltatore, che sul davanzale delle finestre insidia alle mosche. Ma l’esempio più instruttivo è dato dalla Mantis religiosa. È facile mantenerla viva entro bicchieri per alcuni giorni dandole a mangiare delle mosche. Appena si getta una mosca nel bicchiere, immediatamente la Mantis, senza muovere il corpo, gira il capo ed appunta gli occhi sopra la vittima; quindi dopo qualche secondo con rapidità fulminea la ghermisce colle zampe anteriori.
      E per questa immobilità degli occhi e per la miopia, gl’insetti non sono in grado, a una certa distanza, di rilevare ad un tempo molti caratteri nell’oggetto che mirano. Hanno un colpo d’occhio molto meno pronunziato che nell’uomo.
      Noi, per esempio, se vogliamo riconoscere una o più persone, aguzziamo la vista e con rapidità la facciamo, pur senza muoverci, passeggiare per tutti i punti visibili; in guisa che con grande facilità e sveltezza siamo abili a riconoscere e distinguere i singoli individui.
      Ora questo bisogno di riconoscere le persone, per saper distinguere se sono amiche e nemiche, si manifesta frequentemente nelle api, nei bombi, nelle xilocope e nelle vespe, e tutti si diportano in questa emergenza ad un modo.
      Non potendo abbracciare con uno sguardo complessivo tutti i caratteri di una data persona, cominciano all’altezza della faccia un volo a zig-zag, lentamente abbassandolo all’altezza del collo, del petto e del ventre. Finito quest’esame e fuse in una percezione generale le percezioni particolari, sono abili in seguito a riconoscere la persona stessa.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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