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      Ho parecchie osservazioni e sperienze in proposito. Le api riconoscono assai bene il loro allevatore e custode; e si lasciano da esso fare ciò che un altro non farebbe certo impunemente.
      In brevissimo tempo si riesce ad ammansare le Pieris, i bombi e perfino la fiera Xylocopa violacea. Le Pieris, che tutti sanno come sono estremamente fugaci dinanzi ai fanciulli, io sono riuscito, in poco più d’un quarto d’ora ad ammansarle per modo da non fuggire più dalla mia presenza, e da lasciarsi toccare e maneggiare, per esempio rimovendo colle dita la loro proboscide da un dato fiore; ed esse stizzite la figgevano di bel nuovo sul fiore contrastato, e così più volte di seguito. Molto mansueto e prontamente educabile si presenta il Bombus hortorum.
      Ma niente di più facile della pronta educazione della vespa comune. Questo insetto d’autunno entra nei nostri appartamenti per predare le mosche domestiche, e sopra tutto quando si pranza, perché allora le mosche sono più copiose. Si taglia un bocconcello di carne più piccolo d’un pisello; con moto dolce e lento si presenta alla vespa; essa lo prende e vola subito alla nidiata. Si è certi che di lì a pochi minuti la vespa ritorna per avere un altro bocconcino di carne e la conoscenza è fatta. Sopra tutto cogl’insetti non bisogna usare movimenti bruschi; e si addomesticano colla maggior facilità, tanto più se si porge, secondo le specie o un po’ di carne o un po’ di zucchero. Questa educabilità è in evidente relazione colla facoltà di riconoscere le persone mediante la vista.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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