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      L’eccellente biologo americano GUGL. TRELEASE ha osservato lungamente i nettarii estranuziali del cotone (Nectar, its nature, occurrence and uses, 1879), e noi qui riferiremmo per intero le sue conclusioni, se le medesime fossero riuscite più chiare e meno contrastabili. Sembra che egli abbia constatato la secrezione essere abbondante in tempo di notte; per cui la difesa delle formiche che vi accorrono dovrebbe essere diretta contro insetti notturni, e probabilmente contro le formiche foraggiere che sogliono di notte esercitare i loro guasti. Vi notò anche per eccezione l’appulso di più specie di apidi, e di due farfalle. Il passo più importante di quest’opuscolo riteniamo il seguente che qui riproduciamo. "I primi pochi fiori che si aprono posseggono soltanto rudimenti di glandole: quelli che si aprono successivamente posseggono la serie esteriore (cioè gli epibratteali); ma non è che dopo un mese all’incirca da che la pianta ha fiorito, che nei bottoni florali comparisce anco la serie interna (cioè gli epicalicini). Limitando le nostre osservazioni a quei fiori, che posseggono l’una e l’altra serie di nettarii, notiamo che un certo numero di giorni prima dello sbocciamento del fiore le glandole involucrali sono visitate più o meno abbondantemente dalle formiche (ed eccezionalmente da qualche vespa od ape); eppure le glandole sembrano asciutte. La sera innanzi che il fiore sbocci rendesi visibile un poco di miele in dette glandole, e i suoi visitatori crescono di numero. Ma è nella notte che il nettario si riempie d’un liquido zuccherino, il quale è raccolto da copia grande di formiche, e nella succedente mattina per tempo si può scorgere una grossa goccia insidente sul margine inferiore d’ogni nettario; ed è durante questo giorno (il dì della fioritura) che api, vespe e formiche d’ogni specie possono essere notate in un continuo affaccendarsi attorno a dette glandole.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





Nectar