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      Il numero grandissimo di questi ospiti (e questi tenevano certamente quell’albero pulito da ogni insetto distruggitore, come potevasi arguire dal magnifico fogliame, sanissimo ed illeso da ogni morso d’insetti) m’indusse a congetturare che le foglie di questa specie fossero poste sotto la protezione delle formiche per via di nettarii estranuziali. Ma procuratomi un ramo ben fogliato e facendo un’analisi minuta delle foglie, dei picciuoli ecc., mi accorsi ben tosto che negli organi di vegetazione della Sterculia non esistono organi formicarii.
      Alquanti giorni dopo, proseguendo indagini d’altra natura mi feci recidere una pannocchia nel primo principio della sua fioritura. Portata a casa questa infiorescenza, notai che un certo numero di formiche, malgrado le scosse sofferte, non l’aveva abbandonata; anzi, stuzzicandole e procurando di farle fuggire, si notava in esse il pertinace proposito di rimanervi. Di più abbandonando in un tavolo detta infiorescenza per poco tempo, forse un quarto d’ora, osservai una quantità di mosche domestiche, affaccendate a percorrerla in ogni verso, lambendo qua e là qualche cosa che a loro pareva di gradimento. Allora sospettai che in dette infiorescenze dovessero esistere nettarii estranuziali (oltre i nettarii nuziali, nascosti da un perfetto nettarostegio dentro i fiori, e inaccessibili perciò alle formiche ed alle mosche).
      E qui giova esporre che per ripetute sperienze le mosche domestiche sono finissime fiutatrici ed esploratrici dei nettarii estranuziali; laonde, se si vuole osservare la secrezione nettarea, è indispensabile mettere sotto campana di vetro le piante in osservazione; giacché solo che in una camera vi siano due o tre mosche, si può essere certi che la secrezione non può accumularsi in modo da essere visibile, perché di mano in mano assorbita da quest’insetti.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





Sterculia