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      E infatti misi detta infiorescenza sotto campana di vetro, ed estrattala dopo circa un’ora, scopersi tosto ove avveniva la secrezione mellea e quali sono i nettari estranuziali di siffatte infiorescenze.
      È noto che la infiorescenza (terminale) di questa specie è una enorme pannocchia arcicomposta, costituita da sei e più ordini di pannocchie, nate quelle di un ordine sovra quelle dell’ordine antecedente. Ora si danno in questa infiorescenza brattee e bratteole di tanti ordini quanti ordini d’assi vi sono. Tutte queste brattee e bratteole sono forme fugacissime; sono già disarticolate e cadute tutte sui primi principii della fioritura; e di essa risulta visibile soltanto la cicatrice, che accusa l’avvenuta disarticolazione. Le bratteole di 3°, 4° e 5° ordine si disarticolano adunque, ma non precisamente alla loro base, bensì un poco più altamente, in guisa che cascati tali organi rimangono sui peduncoli altrettanti cuscinetti alquanto tumidi, concavi dalla parte di sopra e terminati da una cicatrice semilunare. Ora egli è nell’ascella di questi cuscinetti che si svolge il tessuto mellifero senz’altra speciale modificazione esterna salvoché un rigonfiamento lucido e una colorazione in verde. La secrezione mellea che ne sgorga in tenue quantità si raccoglie nel concavo del cuscinetto. Non tutti i nettarii sono egualmente bene evoluti; anzi si danno tutti i gradi da quei cuscinetti che sono perfettamente elaborati e copiosamente melliferi, a quelli che via via sono meno elaborati e meno produttivi, fino a che si giunge a tali cuscinetti, che punto più non esercitano siffatta funzione.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607