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      Verso il fine d’agosto del 1885 nell’Orto botanico di Bologna, imbattutomi in carpidii della stessa specie, inoltrati gia nel 2° stadio, mi venne il sospetto che la sovraccennata coppa assile avesse ad emanare del nettare, e per accertarmene posi una ricca pannocchia in luogo difeso da mosche o da altri insetti e non tardò a manifestarsi la secrezione nettarea in quantità considerevole. Che se traeva fuori alcuna delle fruttificazioni, tosto accorrevano le mosche domestiche e la consumavano.
      Abbiamo così un caso nuovo, interessantissimo sotto molti aspetti. Primamente abbiamo l’esempio d’una secrezione nettarea in luogo affatto insolito ed unico nel suo genere, cioè nel cono vegetativo d’un asse florale, d’un talamo. Secondariamente questa secrezione comincia assai per tempo, cioè dai primordii della formazione dei semi, e dura con intensità notevole fino a quasi completa maturazione dei medesimi. Adunque si riferisce a difesa dei semi durante tutto il periodo della loro costituzione. La sua durata si estende a una quindicina di giorni almeno.
      Questo e molti altri fatti analoghi, che in seguito riferiremo, danno il colpo di grazia all’assurda ipotesi di BONNIER, giusta cui la secrezione dei nettarii florali sia un troppo pieno (sic), una plettora, versata fuori, di sostanza zuccherina immagazzinata per la formazione dei frutti e dei semi. Ecco che abbiamo qui l’esempio d’un’emanazione nettarea nel momento appunto che la pianta sente maggiore il bisogno di adoperare i materiali di riserva.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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