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      Il nettare emanato dai nettarii sovradetti non pare molto copioso, malgrado tanta perfezione ed elaborazione di apparecchio; ma per compenso è oltre modo denso e filante; in guisa che è sufficientemente ricercato dalle formiche.
      La secrezione non è molto diuturna, ed è regolata in modo che, avendo luogo esclusivamente quando le foglie sono giovani, vengono ad essere poste sotto la protezione delle formiche le sommità tenerissime e succulente di tutte le ramificazioni; sommità dapprima vegetative, poi versanti nello stadio della fioritura e della fruttificazione. La decorrenza delle stipole metamorfizzate in nettario si perde al corrispondente lato della foglia immediatamente sottostante; ha l’apparenza di una costa poco sagliente, ed è nella sua lunghezza ornata da 5 o 6 glandolette sferiche, minute, di colore atropurpureo, anch’esse secernenti; ma non si tratta di secrezione nettarea, bensì di quella di natura gommosa, che è propria di tanti collofori. Laonde io ritengo siffatti corpuscoli per collofori.(38) E invero all’apice di ciascuna di queste glandolette si riscontra una piccola goccioletta secca, refringentissima, fragile, la quale appena toccata coll’ago si rompe e salta via. Ho riscontrato in questa specie parecchie formiche date alla ricerca ed esplorazione dei nettarii. KERNER pure ha osservato e descritto i nettari di questa specie (Schutzmittel der Blumen gegen unberufene Gaeste, 1876, p. 62) e afferma l’avidità con cui sono ricercati ed esplorati da numerosi individui di Myrmica laevinodis.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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