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      Sono adunque nettarii, e differiscono dai picciuolari per essere assai più piccoli, e per una diversa genesi. Infatti i picciuolari sono da tenersi in conto di organi provenienti da metamorfosi di pinne fogliari, i bratteali invece non essendo altro che una commutazione di denti colloforici.
      E invero nelle brattee che portano tre di questi denti nettariferi, il terzo e più alto palesa sovente una natura intermedia, in modo siffatto che il vertice alla periferia è nettarifero e nel centro colloforico. Serrulate pure e munite di denti colloforici sono, in tutto il loro contorno, anche le foglie e le stipole. I collofori sono, come al solito, rivestiti da una cuffia d’una sostanza trasparente, refringentissima, solida; la quale si scioglie prontamente nell’acqua, non nell’alcoole. Nell’alcoole di commercio si scioglie da ultimo, quando cioè per evaporazione è diventato ricco d’acqua. Adunque si tratta d’una sostanza analoga alla gomma.
      La secrezione dei nettarii bratteali comincia molti giorni prima dell’antesi del rispettivo fiore, e si estingue durante l’antesi stessa che all’incirca è tridua.
      Assai più diuturna e molto più copiosa è la secrezione dei nettarii picciuolari. Essa comincia per tempissimo nelle foglie, quando ancora sono nelle sommità vegetative e che non hanno ancora raggiunto il decimo delle dimensioni normali; perdurando poi nelle foglie stesse, divenute adulte anzi vecchie e distanti 15 e più nodi dall’apice vegetativo.
      Tale pianta, prosperante all’aperto nell’orto botanico di Bologna, ricchissima in ogni sua regione di organi secernenti grande copia di miele, per tutto il tempo che dura il suo lunghissimo periodo di vegetazione e fioritura, cioè dalla primavera all’autunno, fissa sopra di sé un vero esercito di formiche, le quali trovai essere esclusive esploratrici de’ suoi nettarii, salvo qualche rarissimo appulso d’un icneumone ben presto messo in fuga dagli occupanti.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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