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      Infatti nelle specie di Dysosmia che mancano di nettarii estranuziali (D. foetida e alcune forme affini) alla funzione mirmecofila si è sostituita altra funzione protettiva, affatto diversa quanto al modo, affatto simile quanto alla efficacia. Le due pagine delle foglie, sopratutto il caule e i picciuoli sono irsuti per causa di lunghi villi, a cui si frammischiano peli glandulosi, terminanti in un capolino nerastro, secernente un liquido esiziale agl’insetti ed abborrito dalle formiche. Sarebbe quindi un vero controsenso e una solenne contraddizione la coesistenza in una istessa pianta o nella stessa parte di pianta di siffatti peli glandolosi e di nettarii estranuziali, mirmecofili gli uni, mirmecofobi gli altri. Una bella riconferma di ciò l’abbiamo già segnalata nel genere Rosa, ove le sommità vegetative di quasi tutte le specie sono munite di peli glandolosi mirmecofobi e mancano perciò di nettarii; viceversa la R. Banksiae e la R. bracteata sono provviste di nettarii mirmecofili e mancano perciò dei peli glandolosi mirmecofobi. Ma, tornando al genere Dysosmia, notevoli sopra tutto sono le brattee dell’involucro sbrandellate e laciniate, ciascuna lacinula formando come un’appendice filamentosa, assai lunga, terminata da un capolino nerastro glandoloso. In quest’involucro appunto, designato a proteggere i fiori e gli ovarii, scorgesi realizzato il summum della funzione protettiva, la quale è verisimilmente rinforzata anche dall’odore acuto e spiacevole a cui allude il nome generico.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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