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      Alquanto più difficile è la risposta sotto il riguardo morfologico. A vedere la posizione loro perfettamente ascellare, si crederebbe aver a fare con una gemma metamorfica. Ma contro questa ipotesi si è bentosto premoniti, se si considera la loro estrema semplicità istologica. Risolve il problema la morfologia comparata e la teoria filogenetica. Osservando per esempio le ascelle fogliari di Pereskia aculeata, vi si scorge un corpo evidentemente omologo ma avente maggiori dimensioni; questo è un aculeo. Ora mentre in più specie di Pereskia siffatto corpo, escrescendo in durissimo pungiglione, provvede alla protezione della pianta mediante la funzione spinosa, abbiamo nella nostra Rhipsalis l’istruttivo esempio che il corpo corrispondente od omologo, a vece di svilupparsi in spina, si è convertito in un nettario estranuziale, provvedendo così alla difesa della pianta, non più colla funzione spinosa, ma colla funzione formicaria. Ecco un altro caso da aggiungere ai molti che già si hanno dove le due funzioni si surrogano a vicenda. E poiché un segnalato carattere d’atavismo che si manifesta nel primo stadio di vita di pianticelle di Rhipsalis, accenna chiaramente alla discendenza delle ripsalidi dai cerei, noi scrivevamo nel 1877 (Riv. bot. dell’a. 1876) che "nella Rhipsalis abbiamo un nuovo mirabile esempio della moltiplicità dei mezzi adoperati dalla natura per conseguire i suoi fini. Infatti detta specie, degenerando dal Cereus, si spoglia delle armi difensive proprie del genere prototipo, ma non senza assumere nel tempo stesso altra validissima difesa, armandosi di nettarii allettatori di belligere stirpi.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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