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      Di questi curiosi organi il numero è variabile, come mostrano le seguenti cifre, rilevate dall’esame di 10 foglie: 1, 3, 4, 3, 4, 2, 3, 2, 0, 2; da cui si desume la media di circa 2 per ogni foglia.
      L’altro esemplare forma B, a foglie più pallide, più membranacee quando sono giovani, le quali però invecchiando diventano coriacee forse ancora più della forma precedente, possiede nettarii ipofilli, in media più grandi e più numerosi, del resto analogamente distribuiti. Le cavità puteiformi, fin che son giovani, le vidi ripiene di una secrezione liquida; e quando diventano vecchie esse pure si ampliano, si fanno cavernose ed albergano ciascuna una nidiata dei soliti acari. Per cui malgrado il loro portamento alquanto diverso, in vista però della consistenza coriacea delle foglie e dell’identica struttura degli organi formicarii ed acarofili, le due forme si può credere che appartengano ad una sola specie, a cui compete egregiamente l’appellativo di coriacea. Ciò che mi sorprende si è che il DECAISNE nella sua monografia dei generi Ligustrum e Syringa, non parla affatto di questa specie, o almeno ne parla sott’altro nome, senza citarne la sinonima. Accenna benissimo a un L. coriaceum, come una varietà del L. lucidum. Ora la nostra specie non ha nulla che fare col L. lucidum.
      La facoltà della secrezione mi si è rivelata assai diuturna. Infatti staccate da un virgulto 15 foglie, avvolte in foglio di carta e riposte in luogo oscuro per prolungarne la vitalità, constatai due giorni dopo che parecchie avevano emesso gocciole liquide a bastanza vistose, colmanti le cavità dei nettarii.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





Ligustrum Syringa