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      Ma ogni a priori non vale se non è corretto dalla osservazione. E per verità ho constatato che detta vischiosità non è di tanta potenza da compromettere la vita delle formiche. Molte ne ho sorpreso che passeggiavano su dette silique, assai disinvoltamente, quantunque non senza un visibile impaccio. Del resto bisogna riflettere, che esse non hanno nessuna necessità di passare alle silique; il loro cammino è di peduncolo in peduncolo, di pedicello a pedicello, colla meta ultima prefissa ai nettarii estranuziali situati all’esterno del calice.
      I nettarii fogliari occupano aree speciali di varia grandezza, da 1/2 mm quadr. e meno a oltre 2 mmq. Queste aree hanno figura di un triangolo isoscele alquanto irregolare, e ciò per motivo della loro ubicazione, essendo localizzate nell’angolo che fanno i nervi secondarii col nervo primario, oppure alcuni forti nervi terziarii coi relativi nervi secondarii. Consistono in un cuscinetto di tessuto epidermico assai incrassato, in cui veggonsi scavate foveole di varia grandezza, vicine l’una all’altre fino a rendersi spesso continue, e talvolta fino a confluire in una foveola unica risultante dalla fusione di tre o quattro foveole. Nelle foveole isolate scorgesi al centro una glandola melliflua, raramente due o tre. Nelle foveole composte ve ne sono invece parecchie. Le glandole sono emergenze simili a quelle che si trovano nel calice, ma di una grandezza alquanto maggiore. Hanno figura patellare.
      Il numero dei nettarii varia secondo la robustezza delle foglie, e secondo l’epoca di sviluppo delle foglie, quelle di sviluppo primaverile essendone più ricche di quelle che si sviluppano in estate.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607