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      A bella prima può venire l’idea che questi organi adescatori possano avere funzione nuziale o mesogamica; adescando cioè insetti, i quali coi loro movimenti aiutino la traslazione del polline dalle antere dei fiori maschi agli stimmi dei fiori femminei. Una volta (una sola volta però) sorpresi un’ape che li visitava, non senza grande disagio, e si aiutava colla proboscide a trovarli, malgrado che fossero più o meno occultati dall’agglomerazione di fiori assai fitti. Per altro gli osservati diportamenti dell’ape escludevano la possibilità che in qualche modo aiutassero e favorissero la impollinazione incrociata. Poi vi è la perentoria ragione che i fiori di Ricinus sono ricisamente anemofili, sia per il polline polverulento e spontaneamente caduco, sia per la configurazione miosuroide degli stimmi. Adunque la funzione di detti nettarii è esclusivamente protettiva. E qui giova notare la razionale ubicazione dei nettarii stessi, la loro congrua disposizione nell’interno delle agglomerazioni dei fiori, rispondenti a certe distanze, a certi interstizii che passano tra cima e cima, tra pedicello e pedicello, tra fiore e fiore, in modo da permettere la circolazione a insetti di piccola dimensione, quali appunto sarebbero formiche e vespicine: disposizione che è difficile esprimere con parole e con figure, ma che rendesi perspicua a chi guarda con attenzione le infiorescenze. I nettarii di cui si discorre, per quanto assai cospicui, massime quelli che risiedono a fianchi di brattee di 2° e 3° ordine, sono per altro alquanto più piccoli di quelli che vengono sulle foglie.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





Ricinus