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      Le piante che appartenevano alla prima forma erano invase dalle formiche che si movevano su e giù per i rami, per il fusto, per i picciuoli senza il minimo impaccio. Le piante invece appartenenti alla forma glauca erano destituite dalle formiche, o se raramente se ne scorgeva qualcheduna, era interessante il constatare con quanta difficoltà si moveva da un punto all’altro, massime nella discesa, e terminava infine con sdrucciolare.
      Ecco pertanto disvelato un altro curioso rapporto tra le piante e gli insetti. Talvolta l’intonaco della glaucedine (e forse per questo è quasi sempre consociato con estrema levigatezza degli organi glauchi) fa l’uffizio del sapone nell’albero di cuccagna. S’intende benissimo come avvenga questo; perocché la glaucedine, secondo le belle ricerche di A. DE BARY, consta di bastoncini e di granulazioni tenuissime, fragili e mobili, le quali non possono prestare punto d’appoggio all’ambulazione di molti insetti, certamente delle formiche; in guisa che con siffatto ripiego può la natura escludere da certe piante certi insetti, a tutto vantaggio di altri insetti i quali abbiano minor mole, o siano forniti d’ali, o siano migliori rampicanti.(44)
      Certo glauca doveva essere la pianta di ricino che per la prima volta nell’orto botanico fiorentino vidi esclusivamente visitata dalle vespe con esclusione delle formiche.
      Delle piante di ricino coltivate a Bologna nell’anno decorso, quelle che erano mancanti di glaucedine vidi in giugno, luglio, agosto e settembre costantemente visitate da formiche in grande copia e di specie diverse, altre di piccola, altre di mezzana statura.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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